Nel quadro del grande progetto URBS – dalla città alla campagna romana proseguono i lavori di scavo archeologico alla Crypta Balbi, che fanno parte dell’intervento dedicato al Completamento del percorso di visita, scavo archeologico, restauro e valorizzazione dell’area archeologica dell’esedra e delle aree interne.
Un saggio eseguito nel pavimento della cantina della parte più antica del Conservatorio delle Vergini Miserande e Pericolanti di S. Caterina, costruito nell’area intorno alla metà del XVI secolo, ha rivelato un piccolo elemento circolare, il pozzetto che si trovava nel pavimento della cantina, e un grande elemento semicircolare di notevole interesse: si tratta della fondazione dell’abside della chiesa medievale di Santa Maria Dominae Rosae, costruita al centro di quello che era il portico del teatro romano di Balbo. La chiesa prese il nome dalla nobildonna che la fondò e, a metà del Cinquecento, fu nuovamente intitolata a Santa Caterina: alla Santa erano particolarmente devoti i funari, fabbricanti di funi, da tempo insediati in questa area.
L’abside è tagliata da un muro, identificabile con quello che in molti documenti notarili indica il limite degli orti delle famiglie residenti su via dei Delfini, quali i Piermattei e gli Albertoni.
A destra dell’abside, si distinguono invece i resti del grande muro che cingeva il cosiddetto “Castrum Aureum”, una residenza fortificata ricavata sulle rovine del teatro di Balbo. Lo scavo ha messo in luce anche una canaletta costruita con corpi di anfore di età tardoantica, ben visibili a sinistra dell’abside.
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