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1 settimana fa

Museo Nazionale Romano
Nella storia che vi abbiamo raccontato ieri, abbiamo parlato non solo delle “tesserae nummularie” e del loro importante contributo nelle attività economiche, ma anche del mese ”intercalare”. Si  tratta di un mese aggiuntivo che veniva inserito con regolarità (non sempre rispettata) nel calendario per permettere all’anno civile di restare allineato con le stagioni. Nel corso del tempo, tuttavia, si venne comunque a creare uno sfasamento che, all’età di Cesare, aveva raggiunto una differenza pari a circa tre mesi. Fu quindi grazie alla riforma operata da Cesare stesso nel 46 a.C. con l’aiuto dell’astronomo alessandrino Sosigene, che non solo si compensò la differenza venutasi a creare ma venne ridefinita la durata dell’anno a 365 giorni prevedendo l’inserimento di un solo giorno intercalare una volta ogni 4 anni. Il calendario “giuliano” ebbe bisogno di un ulteriore aggiustamento solo nel 1582, con il papa Gregorio XIII che diede vita al calendario gregoriano che usiamo ancora oggi (fu necessario sopprimere alcuni giorni del calendario del 1582 e si stabilì che tutti gli anni centenari non multipli di 400 non sarebbero stati bisestili).  

#museonazionaleromano #ScoprieRisolvi

Nella storia che vi abbiamo raccontato ieri, abbiamo parlato non solo delle “tesserae nummularie” e del loro importante contributo nelle attività economiche, ma anche del mese ”intercalare”. Si tratta di un mese aggiuntivo che veniva inserito con regolarità (non sempre rispettata) nel calendario per permettere all’anno civile di restare allineato con le stagioni. Nel corso del tempo, tuttavia, si venne comunque a creare uno sfasamento che, all’età di Cesare, aveva raggiunto una differenza pari a circa tre mesi. Fu quindi grazie alla riforma operata da Cesare stesso nel 46 a.C. con l’aiuto dell’astronomo alessandrino Sosigene, che non solo si compensò la differenza venutasi a creare ma venne ridefinita la durata dell’anno a 365 giorni prevedendo l’inserimento di un solo giorno intercalare una volta ogni 4 anni. Il calendario “giuliano” ebbe bisogno di un ulteriore aggiustamento solo nel 1582, con il papa Gregorio XIII che diede vita al calendario gregoriano che usiamo ancora oggi (fu necessario sopprimere alcuni giorni del calendario del 1582 e si stabilì che tutti gli anni centenari non multipli di 400 non sarebbero stati bisestili).

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Nella storia di ieri, abbiamo parlato di Sossia Maxima, una vergine vestale. Come vi abbiamo raccontato, queste sacerdotesse avevano privilegi del tutto straordinari, legati all’importante ruolo del loro sacerdozio: a differenza delle altre donne, infatti, le vestali erano “sui iuris”, dotate cioè di una personalità giuridica autonoma che permetteva loro di disporre liberamente di sé e dei propri beni. Trattandosi di figlie di illustri famiglie, spesso erano molto ricche e, per questo motivo, l’immunità segnalata dalle targhette affisse ai loro mezzi di trasporto si rivelava particolarmente preziosa. I 30 anni del loro sacerdozio erano divisi in 3 decadi, dedicate rispettivamente all’apprendimento, alla pratica religiosa e all’insegnamento alle nuove arrivate. Nella maggior parte dei casi, le vestali non lasciavano il sacerdozio, ma restavano in carica per tutta la vita. 
#museonazionaleromano #scoprierisolvi #GiornataInternazionaledellaDonna2023

Nella storia di ieri, abbiamo parlato di Sossia Maxima, una vergine vestale. Come vi abbiamo raccontato, queste sacerdotesse avevano privilegi del tutto straordinari, legati all’importante ruolo del loro sacerdozio: a differenza delle altre donne, infatti, le vestali erano “sui iuris”, dotate cioè di una personalità giuridica autonoma che permetteva loro di disporre liberamente di sé e dei propri beni. Trattandosi di figlie di illustri famiglie, spesso erano molto ricche e, per questo motivo, l’immunità segnalata dalle targhette affisse ai loro mezzi di trasporto si rivelava particolarmente preziosa. I 30 anni del loro sacerdozio erano divisi in 3 decadi, dedicate rispettivamente all’apprendimento, alla pratica religiosa e all’insegnamento alle nuove arrivate. Nella maggior parte dei casi, le vestali non lasciavano il sacerdozio, ma restavano in carica per tutta la vita.
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