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Tornano online gli incontri del ciclo Musei italiani Sistema nazionale
I Musei si raccontano on line è il primo di una serie di eventi digitali organizzati dalla Direzione Generale Musei in collaborazione con il Museo Nazionale Romano, nell’ambito di un ciclo di incontri e iniziative che vogliono favorire lo scambio di esperienze, di pratiche virtuose e di opinioni tra diverse realtà museali.
Del resto l’idea di un museo connesso con altre realtà nazionali ed internazionali è perfettamente coerente con la storia e con la missione del MNR, un’entità che si è plasmata superando costantemente il concetto di un perimetro fisico definito, diventando un aggregatore di luoghi, memorie, esperienze diverse.
Mai come in questo periodo la tematica della condivisione e della rete può essere più attuale, come ricorda il direttore del MNR Stéphane Verger:
“Essere in rete oggi assume il duplice significato di essere on line ma anche e sopratutto di condividere competenze, esperienze e strumenti”.
“La difficile situazione che stiamo vivendo, con le restrizioni imposte dalla pandemia, ha visto un proliferare di attività e di iniziative per mantenere vivo il legame con i visitatori, portando la fruizione dei beni culturali su un piano digitale. E’ ora necessario coordinare queste esperienze e sviluppare piattaforme condivise per un dialogo con il pubblico, il più diretto e inclusivo possibile”.
La diretta streaming
Gli eventi del ciclo I Musei si Raccontano, che già il MNR ospitava nella sede del Planetario delle Terme di Diocleziano, si spostano ora, in ragione delle esigenze di sicurezza, sul piano digitale.
Ecco la diretta streaming integrale dell’evento
Introduce e coordina
Massimo Osanna
Direttore generale Musei MiC
Saluti
Stéphane Verger
Direttore Museo Nazionale Romano
Intervengono
Flaminia Gennari Santori
Direttrice Gallerie Nazionali di Arte Antica, Roma
Marco Ciatti
Direttore Opificio delle Pietre Dure, Firenze
Domenico De Gaetano
Direttore Museo Nazionale del Cinema, Torino
GALLERIE NAZIONALI DI ARTE ANTICA
Palazzo Barberini è museo nazionale dal 1953, quando diventa sede della Galleria Nazionale di Arte Antica insieme a Palazzo Corsini, che lo era già dal 1895. Maffeo Barberini, eletto papa nel 1623 con il nome di Urbano VIII, acquista una villa sul Quirinale per il nuovo palazzo di famiglia, vero “manifesto” dello spazio barocco, progettato dai più grandi architetti del Seicento: Carlo Maderno e Gian Lorenzo Bernini, con l’intervento di Francesco Borromini. Fulcro dell’edificio è il grande salone affrescato da Pietro da Cortona con Il Trionfo della Divina Provvidenza (1632-39). Palazzo Corsini viene costruito dal cardinale Riario nel 1511 e modificato tra il 1659 e il 1689, quando diventa residenza dalla regina Cristina di Svezia. Il palazzo è trasformato da Ferdinando Fuga a partire dal 1736, quando la proprietà passa ai Corsini, dopo l’elezione pontificia di Clemente XII. Nel 1883 il principe Tommaso junior dona l’intera collezione al Regno d’Italia, contribuendo alla nascita della prima Galleria Nazionale italiana. Nel corso degli anni la collezione si amplia tramite acquisti e donazioni, come le collezioni Chigi, Monte di Pietà, Hertz e si rende indispensabile l’acquisizione di nuovi spazi espositivi, individuati in Palazzo Barberini.
Le collezioni
Diversamente dalla collezione Corsini, unica quadreria settecentesca romana a essere ancora oggi pressoché inalterata, dell’originaria raccolta della famiglia Barberini rimane poco. Nel Settecento cominciano infatti le prime dispersioni, a causa dei dissidi tra i vari rami ereditari della famiglia e del Regio decreto (1934) che consente ai principi di vendere, anche all’estero, gran parte delle loro opere.
Lo Stato, in cambio, acquisisce un piccolo nucleo di dipinti, tuttora individuabili grazie alla sigla “F” seguita da numeri progressivi (La Fornarina, ad esempio, è siglata F1). Le collezioni oggi esposte nelle 42 sale del Palazzo ospitano capolavori dell’arte italiana ed europea dal 1200 al 1700: Filippo Lippi, Raffaello, Caravaggio alcuni dei nomi più noti.
OPIFICIO DELLE PIETRE DURE
L’Opificio delle Pietre Dure nasce come Istituto a competenza nazionale nel 1975, dall’unione di due diverse realtà: l’antico Opificio, fondato nel 1588 come manifattura di corte e trasformato in Istituto di restauro verso la fine dell’Ottocento,
e il Laboratorio di restauro sorto all’interno della Soprintendenza nel 1932, ingranditosi poi nella nuova sede della Fortezza da Basso in seguito all’alluvione di Firenze del 1966. L’antico Opificio fu fondato da Ferdinando I de’ Medici come manifattura artistica che operava nella “Galleria dei lavori” ubicata agli Uffizi. La manifattura continuò la sua attività anche sotto la dinastia lorenese; con la nascita del Regno d’Italia e la fine del Granducato di Toscana venne a mancare il principale committente dell’Opificio, che rischiò così la chiusura. Fu in questo momento che, grazie al direttore Edoardo Marchionni, l’Istituto allargò l’attività anche al settore del restauro.
Il Museo
Le creazioni più prestigiose realizzate all’Opificio sono state oggetto sovente di dono da parte dei granduchi fiorentini e sono oggi conservate nelle regge e nei musei di tutta Europa. Altri capolavori,
oltre alle opere incompiute, o quelle risultate da modifiche e smontaggi successivi e rimaste all’interno dei laboratori di produzione, furono musealizzate nel 1882 e costituiscono l’attuale raccolta del Museo,
che delinea con chiarezza il percorso storico della manifattura attraverso tre secoli.
Il Museo è organizzato secondo un criterio tematico: nelle sale ricavate dal salone sono documentate le produzioni del periodo granducale mediceo e lorenese, nelle salette ottocentesche quelle del periodo postunitario. Il piano rialzato è dedicato alle tecniche di lavorazione: dal ricco campionario lapideo, ai banchi da lavoro, agli strumenti,
alla descrizione di alcune fasi di produzione di tarsie e intagli.
MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA
Il Museo
Unico in Italia e tra i più importanti al mondo, il Museo Nazionale del Cinema è ospitato all’interno della Mole Antonelliana, simbolo della città di Torino. Racchiude e illustra tutta la storia del cinema dal teatro d’ombre e le prime affascinanti lanterne magiche ai più spettacolari effetti speciali dei nostri giorni. Ciò che rende davvero unico il Museo è il ricchissimo patrimonio e le peculiarità del suo allestimento, sviluppato a spirale verso l’alto e articolato su più livelli espositivi: in una cornice di scenografie, proiezioni e giochi di luce, arricchita dall’esposizione di fotografie, bozzetti e oggetti, i percorsi di visita danno vita a una presentazione spettacolare.
La Storia dell’edificio
Prima di essere acquistata dal Comune per farne un monumento all’unità nazionale, la Mole Antonelliana è inizialmente concepita come Sinagoga. Progettata e iniziata dall’architetto Alessandro Antonelli nel 1863, ma conclusa solo nel 1889, si presentava come l’edificio in muratura più alto d’Europa. Nel 1961, in occasione delle celebrazioni per il Centenario dell’Unità d’Italia, viene inaugurato l’Ascensore panoramico che ancora oggi permette di salire fino al tempietto, a 85 metri d’altezza, per ammirare la straordinaria vista sulla città e sull’arco alpino che la circonda. Da luglio 2000 ospita al suo interno il Museo Nazionale del Cinema.