Il Museo Nazionale Romano partecipa in questi giorni all’ hackathon “ViaEgnatia2.0”, una maratona digitale organizzata dall’Ambasciata di Francia in Albania, in collaborazione con l’Alliance Française di Tirana. L’obiettivo dell’iniziativa è sviluppare il turismo digitale del sito archeologico di Apollonia, ricca e importante cittá dell’Illiria fondata dai coloni di Corinto e dell’antica Corfú verso il 600 a.C.
L’evento mira a promuovere tecnologie innovative attraverso momenti di condivisione e confronto con le soluzioni adottate da prestigiose istituzioni internazionali.
Il Museo Nazionale Romano, dopo aver presentato la propria esperienza nell’ambito della tecnologia al servizio dei musei, porterà il suo contributo in qualitá di membro della giuria internazionale che domenica 22 novembre selezionerà i progetti vincitori della manifestazione.
La partecipazione a questo evento rappresenta il primo passo di una piú ampia collaborazione scientifica e culturale che il MNR intende realizzare con l’Istituto archeologico di Tirana e con il programma archeologico albano-francese di Apollonia d’Illiria, e avviare dunque un dialogo concreto con i musei dei paesi del bacino del Mediterraneo, con cui il Museo condivide una comune cultura della romanitá”.
“Questa collaborazione-racconta il Direttore Stéphane Verger- è un naturale portato del particolare ruolo storico e geografico che la cittá di Apollonia di Illiria rivestiva nel Mediterraneo antico. Un legame fisico e culturale collegava Roma ad Apollonia. Dall’ Urbe, procedendo lungo la via Appia, si giungeva a Brindisi e da qui ci si imbarcava fino ad Apollonia o Durazzo. Era questo il punto di inizio della via Egnazia, antica via consolare, prolungata poi in etá imperiale fino a Bisanzio.
Ad Apollonia, dove soggiornava per i suoi studi di retorica, il giovane Ottaviano ricevette la notizia della morte di Cesare. L’ etá imperiale la vide primeggiare per la produzione e il commercio del bitume raccolto nel Nymphaion, un santuario noto in tutto il mondo romano per il prodigio di una fiamma perenne, alimentata dalla combustione naturale degli idrocarburi. Si deve soprattutto ad archeologi francesi ed albanesi la riscoperta del sito di Apollonia; ricordo gli scavi condotti da Léon Rey negli anni Venti del secolo scorso o da Pierre Cabanes e Neritan Ceka, a cui si deve tra l’altro, all’inizio degli anni Novanta, la fondazione della missione albano-francese, che continua a lavorare per svelare gli antichi splendori di questa meravigliosa cittá”.
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