Il Museo dell’Arte Salvata è stato istituito nel 2022 nell’Aula Ottagona delle Terme di Diocleziano per accogliere a rotazione l’esposizione di opere d’arte sottratte a calamità naturali o antropiche come guerre, saccheggi o furti.
Le opere d’arte e i manufatti archeologici rubati, dispersi, venduti o esportati illegalmente costituiscono una perdita significativa per il patrimonio culturale di un Paese, espressione della sua memoria storica e dei suoi valori collettivi, per non parlare dell’identità del suo popolo. Nonostante il suo intrinseco valore intangibile, anziché essere degno di essere salvaguardato, protetto e conservato, il patrimonio culturale è stato spesso preso di mira per il traffico illecito e la distruzione materiale. Non è un caso che durante i conflitti internazionali gli aggressori danneggino spesso, intenzionalmente e deliberatamente il patrimonio culturale, colpendo le radici stesse dell’identità del Paese nemico.
Il Museo dell’Arte Salvata nasce per raccontare l’altra faccia della storia, mostrando tutte le fasi del salvataggio delle opere d’arte: dalle indagini alle restituzioni attraverso la diplomazia culturale, il recupero di capolavori portato avanti dalle diverse istituzioni del Ministero – ISCR, Opificio delle Pietre Dure, ICPAL – e la scoperta di beni storico-artistici tra le macerie dei terremoti grazie agli interventi dei Caschi Blu della Cultura, la task force istituita dal Governo italiano per il recupero di reperti dopo calamità naturali e conflitti armati sotto l’egida dell’UNESCO; o, ancora, il lavoro del Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, il cui impegno è apprezzato in tutto il mondo e grazie al quale l’Italia è riconosciuta come leader nel settore.
Le esposizioni del Museo cambiano in base ai risultati delle operazioni investigative, delle restituzioni internazionali e dei recuperi nelle aree colpite da disastri naturali. All’arrivo di ogni nuova mostra, i reperti esposti fino a quel momento saranno riportati nelle loro sedi originarie.
Il 26 giugno 2025 il Museo dell’Arte Salvata nell’Aula Ottagona delle Terme di Diocleziano riapre al pubblico. L’occasione per la riapertura è una grande esposizione, dal titolo Nuovi recuperi, a cura di Alfonsina Russo, Sara Colantonio e Maria Angela Turchetti.
Questa nuova mostra nasce da un accordo tra il Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, il Dipartimento per la valorizzazione del Patrimonio Culturale e il Museo Nazionale Romano, e coinvolge anche il Dipartimento per la tutela del Patrimonio Culturale e, al suo interno, l’Istituto Centrale per il Restauro, in una rete istituzionale che rafforza il legame tra tutela, studio e divulgazione. Per celebrare la riapertura e favorire l’accesso del pubblico, l’ingresso al Museo dell’Arte Salvata sarà gratuito fino al 31 agosto. A partire dal 1° settembre, l’accesso sarà incluso nel biglietto unico del Museo Nazionale Romano, potenziando così la relazione delle sue quattro sedi.
L’esposizione documenta le operazioni più significative condotte dal Comando TPC nel triennio 2022–2025. Grazie anche al supporto delle nuove tecnologie, come la Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti e il sistema S.W.O.A.D.S., basato sull’intelligenza artificiale, l’Arma dei Carabinieri ha recuperato un numero crescente di opere, restituendole al patrimonio pubblico. Le azioni comprendono indagini giudiziarie, accordi di diplomazia culturale e restituzioni spontanee da parte di cittadini e istituzioni.
Il percorso espositivo presenta, tra i materiali più rilevanti, le urne etrusche policrome di Città della Pieve, accompagnate da corredi e da una scultura bronzea tardo ellenistica recentemente rimpatriata dal Belgio, attribuibile a un contesto perugino, confrontabile con i celebri bronzi di San Casciano dei Bagni e strettamente imparentata con un altro esemplare recuperato nel 2007. Altri nuclei significativi includono le lastre dipinte ceretane del VI–V secolo a.C., armi in bronzo greche ed etrusche, vasellame in bronzo e argento etrusco e romano, terracotte magno-greche, oreficerie etrusche, maschere teatrali in marmo, e bronzetti votivi. Non mancano materiali provenienti da operazioni in Paesi terzi o in zone di crisi – come la Siria e l’Egitto – tra cui amuleti in faience, figurine votive, sigilli, sculture in pietra e stoffe copte, in attesa di restituzione.
Un’intera sezione è dedicata alle consegne spontanee: oggetti restituiti da cittadini consapevoli del valore storico e giuridico di quanto in loro possesso, a dimostrazione della crescente sensibilità verso la tutela del patrimonio comune.
La mostra sarà accompagnata da un catalogo scientifico pubblicato da Silvana Editoriale, con contributi di eminenti studiosi e specialisti del settore e una campagna fotografica originale, che restituisce con rigore e sensibilità le caratteristiche materiche e il valore evocativo dei reperti esposti.
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