Le Terme
L’area occupata dalle Terme di Diocleziano è compresa tra Piazza dei Cinquecento, di fronte alla Stazione Termini, Piazza della Repubblica, via Cernaia e via Volturno, dove doveva trovarsi l’ingresso principale. Al centro del lato opposto, lungo il recinto rettangolare che delimitava il complesso, si trovava un’enorme esedra, ricalcata a fine Ottocento da Piazza della Repubblica. Ai lati dell’esedra erano due biblioteche, seguite da due sale circolari, una trasformata nel 1598 nella chiesa di S. Bernardo, l’altra tuttora visibile all’inizio di via del Viminale. Oltre l’ingresso, attraverso un maestoso giardino si raggiungeva l’edificio centrale con gli spazi termali. Del calidarium non resta che una piccola abside che costituisce la facciata di Santa Maria degli Angeli, mentre sono conservati integralmente il frigidarium, l’imponente aula con volta a triplice crociera, e il tepidarium a pianta circolare, riconoscibili rispettivamente nel transetto e nel vestibolo della Basilica di S. Maria degli Angeli. Ai lati dell’edificio centrale erano simmetricamente disposte le palestre porticate e numerosi altri maestosi ambienti comunicanti tra loro, le cosiddette Grandi Aule.
La visita del Museo si snoda proprio tra alcune delle Grandi Aule superstiti. L’Aula X era uno degli ingressi monumentali al percorso termale. Al suo interno si trovano oggi il sepolcro dei Platorini, scoperto nel 1880 nell’area della Lungara sulla riva destra del Tevere, e due tombe a camera ricavate all’interno di un grosso nucleo di tufo, rinvenute nel 1951 lungo la via Portuense.
Non si conosce l’originaria funzione dell’Aula XI, trasformata in una fase successiva alla sua costruzione in una cisterna supplementare per alimentare la piscina delle Terme. Nell’Aula IX è stato individuato lo spogliatoio, apodyterium, dove i frequentatori dell’impianto lasciavano le proprie cose prima di dirigersi verso la palestra e iniziare il percorso termale.
L’Aula VIII ospita oggi alcuni dei grandiosi frammenti della decorazione architettonica delle Terme. Attraverso un prospetto scandito da pilastri e colonne, l’Aula si apriva sulla natatio, la piscina monumentale della superficie di circa 4.000 mq (circa tre volte una moderna piscina olimpionica). La facciata, lunga 90 metri (quasi il doppio rispetto a quella delle Terme di Caracalla), era articolata sul modello delle scene teatrali con altissime nicchie, rettangolari e semicircolari, decorate da colonne e statue. La superficie era interamente ricoperta da marmi colorati e da mosaici che, specchiandosi sull’acqua, creavano scenografici effetti di luce e colore. La vasca aveva una profondità di 1,30 metri; il fondo e le pareti erano rivestite di lastre in marmo bianco.
La grandiosità della natatio può essere apprezzata ancora oggi nonostante lo spoglio della decorazione architettonica, reimpiegata nel corso dei secoli come materiale da costruzione per la Certosa, e la presenza del Chiostro piccolo e del presbiterio di Santa Maria degli Angeli che occupano gran parte della vasca.
L’Aula Ottagona
Probabilmente impiegata come frigidarium secondario, l’Aula Ottagona ha forma quadrata all’esterno e ottagonale all’interno ed è coperta da una maestosa cupola “a ombrello”, anticamente decorata da preziosi stucchi. Il piano del pavimento antico si trovava a una quota molto più bassa rispetto a quello attuale; l’Aula fu infatti trasformata nel Seicento in uno dei magazzini del granaio annonario pontificio, epoca a cui risalgono i grandi pilastri in muratura che scandiscono l’ambiente sotterraneo dove sono anche visibili gli edifici preesistenti alla costruzione delle Terme di Diocleziano. Nel 1928 l’Aula fu trasformata nel Planetario, attraverso l’installazione di un proiettore che riproduceva sulla cupola la volta celeste. Del Planetario, rimosso nel 1987, resta ancora l’intelaiatura a reticolo geometrico su colonnine metalliche e capitelli in ghisa.