I ritratti
Quasi come in una delle gallerie di famiglia che, nelle case dei Romani, accostavano gli antenati ai membri più giovani, perpetuando la memoria e le virtù familiari, molte sale di Palazzo Massimo sono dedicate ai volti di uomini e donne, spesso senza nome, che affidarono al marmo il ricordo di sé. Nell’accostamento di questi volti si incontrano i diversi modi di concepire il ritratto, da quello di matrice greca, fortemente idealizzato, a quello romano, realistico al punto da farne risalire le origini alle maschere funerarie di cera che si usava realizzare sui volti dei defunti.
Aristocratici
Lo sguardo in lontananza, la bocca socchiusa, il volto di tre quarti e un’espressione ispirata:
così si fecero ritrarre molti membri dell’aristocrazia romana, rifacendosi ai modelli greci.
Filosofi
Uomini maturi dalla folta barba e dall’espressione severa: questa era l’immagine del filosofo diffusa nel mondo antico.
Imperatori
La nascita dell’Impero dà vita a una nuova corrente ritrattistica, quella degli imperatori:
la necessità di un’immagine ufficiale, e della sua celebrazione, si accosta a quella realistica e privata.