Le sculture
Tra i bottini delle guerre di conquista, i Romani riportarono numerose opere d’arte. Entrati in contatto con l’arte e con la cultura greca, non seppero più farne a meno al punto di dire che la Grecia, catturata, catturò a sua volta Roma, il suo stesso vincitore. Le sculture trovarono posto negli spazi pubblici e, in particolare, nelle residenze delle famiglie più importanti. Nacque così il gusto delle collezioni, costituite realizzando copie e rielaborazioni in marmo delle più celebri sculture greche. La nostra conoscenza di quelle opere si deve proprio al desiderio di emulazione che i Romani svilupparono per quel mondo intriso di cultura e di ideali.
La scultura greca
Nel raffigurare divinità, personaggi del mito, ma anche atleti e protagonisti del teatro, la scultura greca si idealizzava, ampliando il suo significato dalla semplice decorazione a significati filosofici universali.
La scultura di età repubblicana
Tra il II e il I secolo a.C. la scultura ha il compito di veicolare i volti delle classi dirigenti in statue di tipo onorario e funerario.
Palazzo Massimo" data-alt="Statua del "Generale di Tivoli"">
Le grandi ville
Gli spazi ampi, e spesso aperti, delle grandiose ville suburbane furono lo scenario perfetto per la scultura ideale ispirata al mondo greco.