La Certosa di Santa Maria Degli Angeli
Con bolla del 27 luglio 1561 papa Pio IV Medici dispose la trasformazione delle Terme di Diocleziano nella Chiesa e nella Certosa di Santa Maria degli Angeli. Il lavoro fu affidato a Michelangelo, ormai ottantaseienne, che realizzò la Chiesa, suggerendo probabilmente l’impianto generale della Certosa e il disegno del Chiostro grande. La costruzione ebbe svariate interruzioni per mancanza di fondi e si prolungò per tutto il Seicento e in parte anche oltre. Nel rispetto della regola monastica, la Certosa prevedeva una zona destinata alla vita comunitaria, con il Chiostro minore, il refettorio e la sala capitolare, e una zona destinata alla clausura, con le celle dei monaci intorno al Chiostro maggiore e la parte centrale lasciata a verde.
Nel 1884 la Certosa fu soppressa e parte degli spazi ospitarono l’Ospizio Margherita di Savoia per i Poveri Ciechi, mentre altre zone delle Terme erano occupate da botteghe, magazzini e osterie. Nel 1908 le Terme furono scelte come sede della Grande Mostra Archeologica nell’ambito dell’Esposizione Universale per il cinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia. In quell’occasione il piano di recupero archeologico delle strutture romane portò alla demolizione della maggior parte degli spazi della Certosa.
Chiostro di Michelangelo
Con i suoi 10.000 metri quadrati di superficie, distribuiti su quattro ali di 100 metri scanditi da 100 colonne monolitiche in travertino, il Chiostro michelangiolesco è uno dei più grandi d’Italia. Come ricorda la data incisa sul primo pilastro d’angolo, la costruzione, verosimilmente basata su disegno di Michelangelo, iniziò nel 1565, un anno dopo la morte dell’artista; il primo piano fu tuttavia concluso solo nel 1676. Numerose statue, stele e sarcofagi sono disposti lungo le quattro ali del Chiostro e all’interno del giardino, al centro del quale si trovano sette teste colossali di animali rinvenute nel 1586 nell’area intorno alla Colonna Traiana. Risale al 1695 la fontana con delfini circondata da quattro cipressi, uno dei quali, sostenuto da una struttura in ferro, è il secolare “cipresso di Michelangelo”.
In prossimità dell’ingresso del Chiostro si apre la porta a trompe-l’oeil di Filippo Balbi (1885), da cui sembra affacciarsi il Certosino Fercoldo, padre di papa Clemente IV, raffigurato con gli oggetti della vita quotidiana dei monaci della Certosa.
Chiostro piccolo
Fu costruito occupando circa un terzo della natatio, la piscina delle Terme. Al centro della corte interna si trova un pozzo circolare a tre gradini, costituito da elementi in travertino tutti di reimpiego o rilavorati. Sopra la porta che un tempo metteva in comunicazione i due chiostri, è stato recentemente riscoperto l’affresco raffigurante la “Pietà degli Angeli”: Cristo sorretto da angeli con a destra papa Pio IV e a sinistra S. Bruno, fondatore dell’Ordine Certosino.
Lungo le arcate, sorrette da pilastri, sono esposti alcuni dei principali documenti della religione romana, e numerose sculture. Il chiostro è noto anche come Chiostro Ludovisi, dal nome dei celebri marmi della collezione Boncompagni-Ludovisi che vi furono ospitati fino al loro trasferimento a Palazzo Altemps nel 1997.