Depositi (ri)scoperti… a Palazzo Massimo


7 Luglio 2023
Il progetto Depositi (ri)scoperti, che porta gli oggetti conservati nei depositi del Museo fuori dalle casse e dai depositi, per fare scoprire e apprezzare al pubblico anche capolavori meno conosciuti, dopo le mostre dedicate ad Ulisse nella sede di Terme di Diocleziano, le esposizioni a Sperlonga e Nemi, fa di nuovo tappa dentro al Museo: così, il prestito, per la grande mostra L’Amato di Iside. Nerone, la Domus Aurea e l’Egitto, del Ritratto di Poppea Sabina e della Testa di sacerdote di Iside, che fanno parte dei reperti in esposizione al piano terra della sede di Palazzo Massimo del Museo Nazionale Romano, è l’occasione per esporre temporaneamente, al loro posto:
  • il busto in marmo bianco, proveniente dai dintorni di Mentana, di una donna ritratta secondo l’iconografia tipica delle principesse giulio-claudie nell’età di Caligola. Una scriminatura centrale divide i capelli in due bande formate da cinque fasce attorcigliate e sovrapposte, mentre sulla nuca una grossa treccia si raccoglie in una crocchia formata da quattro trecce ripiegate su sé stesse, fermate da due trecce più piccole. Ai lati del volto pendono due boccoli calamistrati e le estremità della benda a nodi che circonda il capo, sotto la quale alcuni fori indicano l’originaria presenza di un diadema o di una corona. I lobi delle orecchie sono forati per consentire l’inserzione di orecchini.
  • il ritratto in marmo lunense di un uomo, probabilmente un membro della classe dirigente, proveniente da Palestrina. Il collo è tagliato per l’inserzione in una statua togata. Le rughe, la severità dello sguardo e la tensione dei lineamenti conferiscono al volto un’espressione di forza, durezza e decisione. I capelli sono portati avanti in lunghe ciocche ondulate sovrapposte, la fronte è ornata da una frangia stilizzata di ciocche appuntite. La coesistenza di questa acconciatura, tipica del periodo del Secondo Triumvirato, con lo stile sobriamente realistico della ritrattistica cesariana suggerisce l’attribuzione dell’opera a un’officina locale e la datazione nella prima età augustea.

Alla mostra L’Amato di Iside. Nerone, la Domus Aurea e l’Egitto, fino al 14 gennaio 2024 al Parco Archeologico del Colosseo – Domus Aurea, sono in prestito anche altri importanti oggetti provenienti dal Museo Nazionale Romano: il Rilievo funerario dei Rabirii e di Usia Prima, sempre da Palazzo Massimo, e la Statua di Faraone proveniente dalla sede di Palazzo Altemps.

Il prestito delle opere per mostre temporanee, in Italia e all’estero, permette al Museo superare i suoi confini, raggiungendo visitatori di tutto il mondo: spesso è anche l’occasione di rinnovare gli studi ed i restauri delle opere trasportate, restituendole poi ai visitatori del Museo in condizioni di conservazione e di studio ancora migliori.
E’ il caso dell’iconico Pugilatore in riposo, e dell’Ala di Vittoria in prestito a Brescia per il progetto Il Pugile e la Vittoria, con il quale il Museo Nazionale Romano partecipa alle celebrazioni per Bergamo e Brescia Capitali italiane della cultura 2023.
Per restare aggiornati sulle opere del Museo che sono temporaneamente in prestito per mostre nazionali ed internazionali, è possibile consultare la pagina Il Museo fuori dal museo.