- Le collezioni dell’ex Museo Kircheriano
- La collezione numismatica di Francesco Gnecchi
- La collezione numismatica di Vittorio Emanuele III di Savoia
- Le oreficerie e i corredi funerari
- Il Museo Numismatico
- Le monete raccontano…
- La biblioteca del Medagliere
- Il Bollettino di numismatica del MiC
Il Museo Numismatico
L’intero piano interrato di Palazzo Massimo alle Terme (piano -2) è dedicato all’economia e all’utilizzo del denaro in età antica rivisitati attraverso l’esposizione di monete, oggetti preziosi, suppellettili e documenti relativi al costo della vita quotidiana, provenienti dalle collezioni del Medagliere. Percorrendo le Sale che lo compongono ci si trova di fronte ad una realtà complessa e composita, ricca di tematiche e di moltissimi materiali di diversa natura: un Museo nel Museo, capace di illustrare gli aspetti economici del mondo antico e consentire un viaggio nel nostro passato attraverso monete, merci e servizi. Al potere di acquisto del denaro e al rapporto tra forza-lavoro e produzione dei beni in ambiente romano, con particolare riferimento all’Editto dei prezzi di Diocleziano (301 d.C.), è dedicata la sala Monete e prezzi a Roma, mentre nella sala Il lusso a Roma viene offerta un’esauriente panoramica delle ricchezze dei Romani, rappresentate dagli sfarzosi corredi funerari o dai preziosi gioielli rinvenuti isolatamente nel sottosuolo urbano. Alla moneta metallica, non soltanto prezioso documento storico, ma indispensabile mezzo di scambio per la vita di ogni giorno e simbolo del potere di quanti si sono avvicendati su suolo italiano nel corso dei secoli, è dedicata la sala I metalli e la moneta, grande forziere ipogeo suggestivamente introdotto dalla Galleria dei banchieri e degli zecchieri, naturale preludio ad un percorso scandito dalle tappe salienti della storia economica del nostro Paese. I preziosi scettri esposti nella sala dedicata alle insegne imperiali arricchiscono il quadro dei Segni del potere in epoca romana.
Il percorso espositivo
Galleria dei banchieri e degli zecchieri
Suggestivo invito all’attigua Sala I metalli e la moneta è questa “galleria”, che prende il nome dai bassorilievi che ne decorano le pareti, dedicati a scene di coniazione e di banca nell’antica Roma.
All’arte di batter moneta in età romana presso il tempio di Giunone Moneta sul Campidoglio e alle fasi della lavorazione del metallo, sono dedicate le scene rappresentate sui bassorilievi posti a sinistra dell’ingresso, mentre alla maestria di far di conto in età antica si riferiscono le sette botteghe di cambiavalute che si aprono sulla parete destra, suggestiva finestra sul Foro romano, la piazza fulcro delle attività economiche dell’antica Roma.
Due imponenti figure affrontate della dea Moneta, con bilancia e cornucopia, e della Liberalitas, con abaco e cornucopia, poste ai lati della centrale imponente porta blindata, introducono il visitatore in un percorso segnato dalle tappe salienti della nostra storia economica.
I metalli e la moneta
La storia della moneta metallica in ambiente occidentale si dipana lungo le nove sezioni nelle quali si articola cronologicamente l’area espositiva dedicata a questo tema, attraverso le quali è possibile seguire la comparsa, l’evoluzione e la fine di quel particolare mezzo di scambio che è il metallo garantito dal sigillo dello Stato.
Il tema è proposto attraverso una ricca selezione di esemplari provenienti dalle collezioni del Medagliere del Museo Nazionale Romano, tra cui quella di Vittorio Emanuele III di Savoia, la più grande raccolta di monete italiane medievali e moderne ad oggi conosciuta, quella di monete romane di Francesco Gnecchi e parte della prestigiosa raccolta proveniente dal Museo Kircheriano.
Sez. I – La moneta in Italia e a Roma (vetrine 1-5)
L’esposizione prende avvio dalle monete in bronzo dei popoli dell’Italia antica, dirette discendenti dall’uso, presso quelle genti, di scambiare il metallo a peso (aes rude) nelle transazioni commerciali, per giungere, attraverso le prime monete in argento romane, ma di impronta ancora prettamente greca (le emissioni romano-campane), alla creazione della prima vera moneta in argento di Roma, di peso e tipo esclusivamente romani: il denario.
Sez. II – Moneta e potere a Roma tra Repubblica e Impero (vetrine 6-11)
Dedicata al difficile momento del trapasso dalla Repubblica all’Impero, questa sezione evidenzia il significato politico assunto dalle emissioni di moneta metallica a Roma nel periodo compreso tra l’inizio delle guerre puniche e la fine delle lotte civili, la restaurazione economica operata da Augusto (27 a.C.-14 d.C.) nel suo illuminato governo e il difficile compito ereditato dai suoi successori (i Giulio-Claudii).
Sez. III – Impero e moneta nei secoli I-III d.C. (vetrine 12-20)
Le emissioni dei primi due secoli dell’Impero permettono di esaminare la linea politica e di pensiero delle dinastie regnanti, culminanti nel momento di massima espansione territoriale sotto il regno di Traiano (98-117 d.C.). Ma un’insidiosa piaga minaccia l’economia romana: il processo di svalutazione dell’argento, che già sotto Nerone (54-68 d.C.) aveva iniziato il suo decorso, arriva a toccare i suoi vertici con Commodo (180-192 d.C.), ed anche i tentativi di Caracalla (211-217 d.C.) di rafforzare la moneta d’argento con la creazione di un multiplo del denario, l’antoniniano, risulteranno vani.
Sez. IV – Mondo mediterraneo e metalli monetati (vetrine 21-26)
Anche gli ulteriori tentativi di Diocleziano (284-305 d.C.) di sopravalutare la moneta in argento non sortirono gli effetti sperati: la speculazione era in aumento e la strenua difesa della struttura socio-economica dell’Impero si dimostrava ormai sempre più anacronistica. Soltanto Costantino (306-337 d.C.) capì che era giunto il momento di introdurre una nuova economia, questa volta fondata sull’oro. E il dominio dell’oro, perpetuato dai popoli che, dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente, si succedettero su suolo italico (Goti, Bizantini, Longobardi), continuò per tutto il Medioevo.
Sez. V – La Roma dei Papi (vetrine 27-34)
Splendida cesura nel passaggio dal Medioevo al Rinascimento, si inserisce questa sezione che ospita le monete dei romani pontefici, dalle serie più antiche (gli antiquiores) sino alla caduta del potere temporale dei Papi (1870).
Sez. VI – In Italia, tra oro e argento (vetrine 35-40)
Dopo l’anno Mille, le trasformazioni intervenute sia nel commercio internazionale sia nella situazione della politica interna dei vari paesi determinarono la formazione in Italia di aree monetarie ben definite: fulcro della situazione economica dell’Italia meridionale fu la moneta d’oro di tipo bizantino e arabo, mentre nell’Italia centro-settentrionale si impose il denaro in argento di tipo mitteleuropeo importato dai Franchi.
Sez. VII – L’arte di incidere moneta (vetrine 41-49)
La moneta in mano ai Signori del Rinascimento, non più e non solo semplice mezzo di scambio e arida misura di valore, divenne un formidabile veicolo di propaganda e una straordinaria palestra di esercitazione artistica per gli incisori dell’epoca: il ritratto del signore, gli elementi della sua simbologia araldica, gli argomenti più importanti del dibattito politico e religioso dell’epoca, sono solo alcuni dei temi affrontati con straordinaria maestria sulle monete emesse dalle zecche italiane in età rinascimentale.
Sez. VIII – La lira italiana nel secolo XIX (vetrine 50-57)
Le trasformazioni cui diedero avvio l’Illuminismo e i moti scoppiati in Francia alla fine del secolo XVIII produssero nei sistemi monetari internazionali, ormai sclerotizzati, delle profonde trasformazioni. Il vento che spirava da oltralpe sul finire del Settecento portò in Italia, al seguito delle armate napoleoniche, il franco, dal quale venne poi generata la nostra lira, segnando un punto di svolta per tutti i sistemi monetari europei.
Sez. IX – Moneta reale, moneta virtuale (vetrine 58-62)
La radicale trasformazione della circolazione monetaria in Italia, rappresentata dall’introduzione della nuova lira a partizione centesimale, e la comparsa di valute fiduciarie (banconote) modificarono profondamente il sistema della circolazione monetaria, determinando la graduale inesorabile fine della moneta metallica a valore reale.
A questo tema e alla più recente nascita dell’euro si accenna nella parte conclusiva del lungo cammino espositivo nella storia della moneta.
Monete e prezzi a Roma
Ai costi della vita quotidiana nei suoi molteplici aspetti è dedicata questa sala, che vede esposta, in quattro vetrine tematiche (L’edilizia, L’alimentazione, L’abbigliamento, Il tempo libero), una selezione di oggetti legati agli usi e ai costumi dei Romani. L’Editto dei prezzi, il calmiere per merci e servizi diffuso da Diocleziano in tutte le province dell’Impero alla fine del 301 d.C. in un momento di grave crisi economica, per porre un freno all’aumento dei prezzi delle merci e per colpire quanti cercavano di trarre illeciti guadagni attraverso l’usura, rappresenta lo straordinario documento offerto al visitatore per la conoscenza della vita economica dell’Impero romano nella prima età tetrarchica. La trascrizione di alcuni passi tratti dall’Editto, relativi a costi di merci o a retribuzioni di attività lavorative, tutti espressi in denari, consentono un immediato confronto tra i vari generi di servizi e una reale percezione dei commerci giornalieri. Un programma multimediale interattivo offre al visitatore la possibilità di approfondimenti scientifici sugli oggetti esposti.
Il lusso a Roma
Questo tema è proposto attraverso l’esposizione di una selezione di oreficerie e di altre preziosità di epoca romana provenienti dal territorio di Roma e provincia con lo scopo di documentare una produzione di lusso in un arco temporale compreso tra l’età arcaica e gli inizi dell’età tardo-antica: oltre ai materiali rinvenuti nelle sabbie del Tevere e nel sottosuolo urbano si possono ammirare alcuni corredi funerari trovati ad Ariccia, a Vetralla e a Tivoli, a Castel di Decima, a Fidene, a Mentana, a Roma, sulla via Cassia in località La Giustiniana, sulla Via Laurentina in località Vallerano e nella tenuta di Casale Guidi, presso Via della Bufalotta.
Eccezionale interesse, fra gli altri, riveste il corredo funerario della bambina di Grottarossa, esposto integralmente assieme alla piccola mummia e al sarcofago che la conteneva, in considerazione della particolarità del rito dell’imbalsamazione che, sebbene praticato a Roma, trova qui l’unica documentazione materiale disponibile. Esso è corredato da unaudio-visivo contenente tutte le informazioni relative alla sensazionale scoperta e i risultati delle numerose indagini scientifiche e antropologiche compiute nel tempo
I segni del potere
Nei preziosi manufatti rinvenuti nel luglio del 2005 durante la campagna di scavo alle pendici nord-orientali del Palatino, in uno dei vani seminterrati della terrazza in origine parte del complesso residenziale della Domus Aurea di Nerone, sono stati riconosciuti i simboli imperiali, i “segni” del potere dell’Imperatore.
Il contesto di provenienza permette di datare la stratigrafia pertinente all’interro dei reperti ad un periodo compreso tra la fine del III e gli inizi del IV sec.d.C., consentendo la suggestiva identificazione in Massenzio quale proprietario dei signia, che sarebbero stati occultati a seguito della sconfitta da lui subita ad opera di Costantino nella battaglia di Ponte Milvio (312 d.C.).